Buongiorno. L’infezione di un dente già devitalizzato è purtroppo un’eventualità non rara. La cura canalare (si chiama così l’iter terapeutico) è un atto il cui successo è ampiamente “mano dipendente”. In due parole, il successo della terapia dipende sia dalla corretta pulizia del canale del nervo, sia dalla sua puntuale chiusura. Non voglio dilungarmi sul procedimento che se vuole approfondire ho sviluppato qui, ma tutto questo per dire che la ripetizione della cura è un atto sensato e poco traumatico. Se sia il caso di farla invece è un altro discorso e dipende non solo dai sintomi, ma anche da cosa ci dice la radiografia.  Se la mobilità ha origine dal processo infiammatorio sarebbe un’ottima ragione. I materiali sono relativamente importanti, a patto che siano coerenti con la letteratura scientifica.

Aldilà di ogni considerazione, è lecito chiarire che un dente devitalizzato ha una decadenza più veloce rispetto al dente integro e che taluni fallimenti sono anche correlati all’anatomia del dente e alla reazione dell’organismo che non sempre ci viene incontro. Diciamo, parlando da professionista, che se hai un fallimento ogni cento denti devitalizzati puoi invocare la sfortuna come fattore scatenante, ma se ti falliscono la metà delle terapie, forse sarebbe meglio revisionare le proprie procedure.