igiene dentale mezzi e metodiche
L’igiene dentale: mezzi e metodiche
E’ meglio saperlo: Un’igiene dentale meticolosa perdona anche un’odontoiatria eseguita male ed un’igiene scadente condanna anche un’odontoiatria fatta bene…..
Non è un modo dire, ma la pura e semplice realtà. Nonostante ciò, la sensibilizzazione del paziente è difficile perchè i danni da cattiva igiene dentale sono subdoli ed arrivano dopo un tempo sufficente per perdere la relazione fra causa ed effetto. Ricordare sempre che la dentatura più facile da pulire è sicuramente quella naturale, divenendo sempre più complessa mano a mano che si applicano ponti, corone impianti, scheletrati e via dicendo. Ed è questa la ragione per cui la bocca più è “lavorata” e più necessita di accurate manovre e particolari mezzi affinchè risulti alla fine ben pulita ed in salute.
Cosa dice (spesso) un paziente con placca e tartaro?
Nella pratica quotidiana, le bocche con notevoli quantità di placca batterica e tartaro si accompagnano (almeno nel mio studio) a frasi del tipo “…ma dottore, io mi pulisco ben tre volte al giorno”. Non spetta a me stabilire quanto il paziente sia sincero o no, ma la certezza è che la qualità delle manovre risulta scadente e dico ciò solo per rafforzare l’idea che fare percepire ciò che andrebbe fatto non è semplice. D’altro canto non sempre si è fortunati e se “Madre Natura” (che gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento di una bocca), decide di non venirci incontro, non ci resta che sopperire con spirito metodico (se non maniacale!) alla sua carenza con frequenti visite di controllo ed un’igiene impeccabile.
INDICE
I mezzi
Lo spazzolino (senza di lui addio igiene dentale)
Sicuramente il “re“, infatti tutti gli studi sull’argomento non prescindono dal suo utilizzo. Ne esistono di molte foggie e misure e le ditte produttrici ci sguazzano ampiamente vantando risultati miracolistici al solo sfiorarlo coi denti! Naturalmente non è così e le doti di questo attrezzo sono esclusivamente confinate alla sua azione meccanica.
Ma come deve essere uno spazzolino ideale?
Le uniche caratteristiche che contano veramente sono le dimensione della testina e la durezza delle setole, con la precisazione che più è piccola e meglio entra nei piccoli spazi orali, e più sono dure le setole e meglio “raschiano”. A quest’ultima peculiarità viene da molti associata l’usura dei colletti di alcuni denti, il che è anche vero, ma anche qui urge notare che si vedono assai più spesso danni da placca batterica persistente piuttosto che denti consumati dagli spazzolini duri (o piuttosto dal loro errato uso). Siccome ogni persona ha un suo personale standard di pulizia, è chiaro che se ci si spazzola con una setola dura 5 volte al giorno con un certo vigore, l’usura dei colletti è automatica…quindi se non consigliati diversamente dal dentista stiamo su setole di durezza media.
La metodica consigliata per lo spazzolino
La metodica dello spazzolamento è stata più volte rivista con varianti però quasi sempre minime, ed il concetto fondamentale rimane di spazzolare i denti in senso verticale (verrebbe naturale fare proprio il contrario), e questo semplicemente perchè la strutture anatomiche sono anch’esse verticali ed il loro sfregamento ortoganale causa la lenta ma inesorabile rottura dei delicati microtubuli (per l’appunto l’usura dei colletti). Il difetto più comunemente riscontrato nella spazzolata è la dimenticanza di alcune zone e l’ipersfregamento di altre, dovuto semplicemente ad un’igiene affrontata sovrapensiero e senza uno schema mentale….sarebbe sufficente imporsi un ordine, che può essere, a puro titolo esemplicativo, iniziare con l’arcata superiore alla propria sinistra e spostarsi gradualmente alla destra dedicando 3 o 4 spazzolate a 2 o 3 denti per volta e poi ricominciare con l’arcata inferiore, senza trascurare che schematicamente un dente ha tre facce spazzolabili:
Un breve video e qualche immagine per capire meglio il suo utilizzo …
[icon name=”hand-o-right” class=”” unprefixed_class=””] Le faccie dei denti da considerare nella spazzolatura
una masticante
una verso la guancia (o vestibolare)
ed una verso la lingua
…..Le parti non raggiungibili dalle setole sono quelle fra un dente e l’altro e per le quali è necessario il
Filo interdentale ( cioè igiene dentale fra un dente e l’altro)
Anche per il filo esistono numerosi modelli (seta, gore-tex, cerati e non, a rochetto o a spezzoni e via dicendo). L’uso è molto semplice, ma non scontato. L’errore più comune sta nella convinzione che basti farlo entrare ed uscire dallo spazio interdentale per considerare conclusa l’operazione, ma in realtà bisognerebbe entrare nello spazio interdentale e poi abbracciare una per volta, le facce dei denti che lo delimitano, sfregandole alcune volte per assicurarne la completa detersione, magari avendo l’accortezza di fregare preferibilmente in uscita onde non sospingere la placca verso l’interno anzicchè verso l’esterno.
Ancora un piccolo ausilio video per il filo
Ecco uno schema semplicissimo
La difficoltà ad usare il filo può essere reale
Alcuni lamentano difficoltà di manovra per via di dita particolarmente voluminose o della bocca piuttosto piccola, e perciò esistono degli archetti in plastica col filo già montato che entrano in bocca al posto delle dita. Per i ponti o in particolari condizioni come durante i trattamenti ortodontici che impediscono l’entrata di un filo “normale”, sono stati creati degli spezzoni come per esempio il Superfloss, che hanno un’anima iniziale un po’ più rigida che permette di infilarlo a mo’ di ago negli spazi fra gli elementi del ponte. Per facilitare la pulizia sono inoltre dotati di una parte intermedia un po’ spugnosa che gratta meglio gli angusti spazi dove altre manovre sarebbero impossibili.
Neanche il filo scappa a delle limitazioni, infatti il filo teso nella pulizia presuppone una faccia regolare della radice…cosa che in effetti non sempre è, col risultato che alcune zone rientranti delle radici in vicinanza delle biforcazioni, risultano trascurate. Per sopperire alla carenza si può tentare la pulizia con i cosidetti
Scovolini o (spazzolini interdentali)
Si tratta di piccoli spazzolini dotati di un manico, di varie forme (conici o cilindrici) e dimensioni variabili, onde potere scegliere quello più idoneo. Solitamente i kits introduttivi hanno un assortimento iniziale che permette di potere capire cosa entra e cosa no, nei pertugi protesici.
Sucessivamente il paziente acquisterà la forma più adatta alle sue esigenze. Questo piccolo attrezzo risulta essere un buon complemento per gli angolini più remoti della bocca, ma trova il suo limite negli spazi stretti dove difficilmente entrerà. Richiede inoltre una buona dose di pazienze e di manualità….ma in taluni casi è insostituibile. Grazie a questi piccoli attrezzi l’igiene dentale può migliorare molto.
L’idropulsore (particolarmente gradito ai più pigri)
Nel capitolo dell’ igiene dentale un discorso a parte merita l’idropulsore, spesso dileggiato dai colleghi e accusato di danneggiare il parodonto…ebbene non ho mai trovato un articolo in letteratura che lo dimostrasse. Viceversa alcuni recenti studi sull’idropulsore, finalmente affermano l’utilità di questo presidio con criteri scientifici, paragonandolo con ottimi risultati al filo interdentale.
Ma come si usa? Il getto d’acqua (a temperatura non percepibile dalla bocca), deve essere orientato fra denti e gengive, inizialmente a bassa potenza, per poi aumentarla nel giro di qualche giorno fino ad una potenza notevole.
Questa manovra creerà sovente il sanguinamento di alcune aree, ma contrariamente a quanto il paziente penserebbe, è proprio in quelle zone che il getto dovrà essere lasciato più generosamente….e dopo alcuni giorni di insistenza, magicamente il sanguinamento cesserà. Ciò è semplicemente il risultato della cessazione dell’infiammazione locale. Infatti il lavaggio delle aree difficili dove si fermano spesso residui alimentari e dove altri mezzi non arrivano, il getto d’acqua cambia la tipologia batterica facendola virare in una aerobica molto meno aggressiva nei confronti del parodonto (parodonto=attacco delle gengive al dente).
Ma neanche l’idropulsore fa miracoli!
Va precisato che l’idropulsore non è in grado di staccare la placca batterica in modo completo come gli spazzolini o il filo interdentale, ma è altrettanto vero in in certe aree non è possibile passare con efficacia questi strumenti…. Dopo anni posso garantire che molti miei pazienti con situazioni parodontali difficili, ma convertiti ad una pulizia impeccabile, anche grazie all’idropulsore, mantengono i pochi millimetri di osso attorno ai denti in modo quasi incredibile riducendo drasticamente gli atti chirurgici che oltretutto sono TOTALMENTE inutili se non preceduti da un controllo dell’igiene perfetto. Ricordiamo che NON sostituisce lo spazzolino e che può essere usato saltuariamente con dei collutori diluiti Particolarmente indicata è la pulizia prima di andare a letto.
n.b.NON deve essere usato in aree con ascessi o comunicazioni parodontali che permettano l’ingresso nei tessuti dell’acqua in pressione!
Il pulisci lingua
Perché pulire la lingua? Perché ha la capacità di trattenere una notevole quantità di batteri e cibo che sono direttamente collegati alla maggior parte dei casi di alitosi e sembra anche collegata ad una maggiore incidenza di carie dentale. La pulizia va affrontata o col semplice spazzolino o con appositi pulisci-lingua dotati da un lato di setole e dall’altro di un semplide raschietto. Si agisce prima con le setole per rompere il film della placca batterica, e poi col raschietto per trascinarla fuori dalla lingua con movimenti di trazione delicati sul dorso della lingua partendo il più profondamente possibile poiché è qui che si accumula maggiormente lo sporco. Disgraziatamente però è anche da qui che partono gli impulsi del vomito, perciò ognuno fara quel che si sente…… Il paziente con alitosi, ma anche chiunque volesse effettuare una pulizia del cavo orale completa, dovrebbe eseguirla almeno una volta al giorno.
Il dentifricio
Non mi dilungherò più di tanto sul dentifricio, anche se molti pazienti incolpano il dentifricio per la precaria igiene dentale……la funzione del dentifricio è più che altro quella di ritardare la ricomposizione della placca batterica, nonchè di profumare l’alito. Ad alcune marche si può attribuire anche una qualche desensibilizzazione per denti che soffrono il freddo, ma mai e poi mai sostituirà la sapiente spazzolata dei denti che da sola garantisce tutta l’igiene possibile. Evitare i dentifrici abrasivi (spesso definiti sbiancanti)!