Incappucciamento pulpare
Incappucciamento diretto della polpa dentale
L’ incappucciamento pulpare del dente è una procedura necessaria quando a seguito di una carie o una frattura di parte del dente si espone appunto una parte della polpa. La polpa contiene il caso sanguigno ed il nervo che porta la sensibilità al dente. Lo scopo dell’intervento è di mantenere vitale il dente….cosa non di secondaria importanza se consideriamo che la devitalizzazione (unica alternativa in questi casi) è una mutilazione del dente e quindi va evitata se non necessaria. Nella fig.1 la struttura di un dente normale e nella fig.2 lo stesso dente ma con carie da trattare.
Procedura dell’ incappucciamento pulpare
Durante la pulizia della dentina cariata (fig.3) può accadere che si apra la camera della polpa. Solitamente l’infiammazione e/o l’infezione che ne consegue, porta alla morte del dente (necrosi) così frequentemente che si preferisce, se la lesione non è minimale, anticipare gli eventi ed effettuare subito la devitalizzazione.
Se si opta invece per l’incappucciamento si pulisce delicatamente l’area è poi si ricopre con dei prodotti (liners) che agevolano la guarigione (fig 4). Questi ultimi sono perlopiù a base di idrossido di calcio veicolato in vario modo da addittivi che solidificandosi lo rendono stabile nel tempo. Finalmente, sopra tutto questo, viene effettuata una ricostruzione (otturazione) standard (fig.5).
Il successo è garantito?
Purtroppo no….
Prima ipotesi: il trattamento ha funzionato:
Il decorso inizia spesso con sensibilità termica che va scemando lentamente in giorni/settimane normalizzando il quadro completamente. Tuttavia, poiché i problemi si possono avere anche a distanza di alcuni anni, si può parlare di successo pieno solo dopo almeno 5 anni di silenzio sintomatico.
Seconda ipotesi: il trattamento non ha funzionato:
La sintomatologia non si risolve e la sensibilità può aumentare parecchio. A questo punto il dente è in pulpite (stato infiammatorio) e non tarderà ad entrare in necrosi. Questo evento viene salutato con favore dal paziente perché i sintomi cessano di colpo, ma si tratta di una vittoria temporanea perché presto subentrerà l’infezione con i sintomi ad essa correlati. Per tornare in salute occorre ormai una cura canalare.
Terza ipotesi: forse ha funzionato…..
Esistono infine i casi dubbi. Sono quelle situazione in cui abbiamo sintomi vaghi e persistenti che, ben sopportati nel tempo dal paziente, non vengono seguiti da ulteriori approfondimenti. In alcuni casi la necrosi viene seguita dalla mummificazione della polpa senza infezione manifesta che permette un buon utilizzo del dente anche cosi. Non bisogna fare troppo conto su questa eventualità perché è percentualmente poco probabile…..
Conclusioni
È un intervento da tentare solo se la lesione è minima, anche considerando che il numero dei successi non è elevato, specialmente se il paziente non è un giovane. Tuttavvia trovo che sia un atto di coscienza professionale e comunque l’unica alternativa per salvare il dente dalla devitalizzazione.
A volte , sopratutto quando il dente diventa sintomatico, il dentista viene incolpato di incapacità operativa. È bene spiegare al paziente perché si sta tentando questa strada informandolo del possibile corteo sintomatico, e che, nel caso di mala parata si può velocemente passare alla devitalizzazione tralasciata in un primo momento.